Con il suo forte simbolismo Valeria Codara ha voluto guidarci in un percorso di violenza di diversa natura, ma che corrode l'amore stesso in quanto muto e sottile, presente nella quotidianità, nella società, oltre che nell'evidente e doloroso singolo atto violento. Ci si concentra qui in particolare sulla figura della donna, prima violentata, in vari modi, poi, di conseguenza, incapace di accettare il suo corpo, di guardarsi allo specchio, con un forte senso di inadeguatezza dovuto anche alla stereotipizzazione della figura femminile stessa, per arrivare al desiderio di condividere con altre donne questa esperienza.
La successione delle sale guida proprio attraverso questo cammino, fino all'uscita da un lungo tunnel tutti insieme, protetti simbolicamente dagli ombrelli, per rinascere più forti e non più soli.
Sala I
"la violenza che non si vede corrode l’amore che dobbiamo a noi
stessi, e tolto questo, viene meno la dignità dell’essere"
Valeria Codara
Sala II
Il profondo disagio dovuto non solo alla violenza ma a falsi idoli...
porta ad annullarsi e a non accettarsi per ciò che si è...
evitando anche di guardarsi ad un semplice specchio.
Sala III
La singola sofferenza fa nascere l'esigenza di un incontro....
lavando via ciò che di male è rimasto dentro...
a causa di ciò che si è subito.
Sala IV
Raccontiamoci il vissuto di violenza di ognuno di noi...
conosciamoci...
condividiamolo...
per superarlo insieme...
Sala V
L'uscita dal tunnel della violenza, tutti insieme, protetti dagli ombrelli...
per evitare le gocce di violenza residua...
verso una società rinnovata...
alla fine anche questa protezione non serve più....
....e l'ultimo ombrello si chiude.
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